INTERVISTA DI 7TH FLOOR A ROBIN GOOD
Vi propongo (con una nuova impaginazione) una bellissima intervista realizzata da 7th floor a Robin Good, un uomo dal quale possiamo solo imparare un sacco di cose!!!
7th floor incontra Robin Good (alias Luigi Canali de Rossi), micro editore di un quotidiano online di controinformazione e nuove tecnologie, Masternewmedia.org che realizza quasi da solo, in quattro lingue, riuscendo a guadagnarci bene (più di quello che state pensando!) e ad occuparsi di ciò che più lo appassiona: dare forza ai piccoli, freelance e classe creativa, per poter cambiare anche le cose grandi.
Intervista a Robin Good di Andrea Genovese, foto di Lorenzo Maccotta, location: galleria d’Arte Marco Rossi Lecce, Roma.
Andrea Genovese
Chi è Robin Good?
Robin Good
Robin Good è un ragazzo di 49 anni che ha scelto di trovare un percorso personale per fare ciò che gli piace nella vita e per sostenersi senza sottomettersi al tran tran “9/17 ” dei lavori nelle grandi aziende. E’ una persona che si è dedicata a studiare le nuove tecnologie e la comunicazione nei vari aspetti, interessata a scoprire come queste tecnologie possano essere utilizzate per comunicare in maniera più efficace e per dare più potere ai piccoli, agli individui, soprattutto perché è grazie a loro che possiamo ottenere il massimo cambiamento. Quindi dare la forza ai piccoli per poter cambiare anche le cose grandi.
Robin Good è un ragazzo di 49 anni che ha scelto di trovare un percorso personale per fare ciò che gli piace nella vita e per sostenersi senza sottomettersi al tran tran “9/17 ” dei lavori nelle grandi aziende. E’ una persona che si è dedicata a studiare le nuove tecnologie e la comunicazione nei vari aspetti, interessata a scoprire come queste tecnologie possano essere utilizzate per comunicare in maniera più efficace e per dare più potere ai piccoli, agli individui, soprattutto perché è grazie a loro che possiamo ottenere il massimo cambiamento. Quindi dare la forza ai piccoli per poter cambiare anche le cose grandi.
Mi risulta difficile seguirti in terza persona, in effetti il tuo vero nome è un altro, perché ti fai chiamare Robin Good?
E’ un nome che ho scelto perché volevo crearmi una forte identità online. Ne ho cercato uno che fosse facile da ricordare e idoneo a rappresentare degli ideali. Ho cercato di pensare a dei personaggi famosi che non hanno puntato solo al guadagno, ma anche a lanciare dei messaggi. Ho pensato a lungo mandando in avvio il mio “google interno”. Io solitamente gli do un “la” per qualcosa e poi lo lascio andare… e lui dopo qualche giorno torna con una risposta. Un giorno, si è presentato con “Robin Good” e immediatamente c’è stato il collegamento con “Share-wood”, la foresta della condivisione invece di Sherwood, la foresta di Nottingham.
Poi io sono un tipo avverso all’autorità, all’establishment dogmatico, alle regole; avendo questo animo fortemente ribelle, lo spirito di Robin Hood si prestava …
…
Altri articoli di Robin Good su 7th floor:
Blog Design
Mobile Content
NetTV
Comunicazione Corporate
Robin Good sulle NetTV….
bene.
Immagino che non hai deciso subito di diventare un supereroe. Quali sono state le esperienze più significative che ti hanno portato qui, ora?
Sicuramente l’aver studiato in America ha fatto la differenza. A me interessava fare il regista. Dopo l’esperienza delle radio private degli anni ’70, nei primi anni ’80 sono andato a San Francisco e ho frequentato un’Università, la Center for Experimental and Interdisciplinary Art, che permetteva di conseguire una laurea su misura in Arte e Comunicazione, dal teatro al broadcasting, dai film alla musica. Prima ho girato alcuni documentari in Sud America, sono tornato in Italia e ho lavorato nei sotterranei di Videotime, per promuovere “on-air” il Brand delle nascenti reti televisive di Berlusconi, a Milano2. Poi ho creato una società di postproduzione grafica, con la quale facevamo sigle ed effetti speciali. In seguito sono tornato a Roma a lavorare per la Rai, per rendere l’immagine del Tg2 competitiva rispetto a quella dei telegiornali di tutto il mondo. Facevo analisi comparata su come erano confezionate le news dei più importanti broadcaster internazionali. In seguito mi sono specializzato come consulente di comunicazione in nuove tecnologie per agenzie ed organizzazioni internazionali, quali la FAO, le Nazioni Unite e la Banca Mondiale. Alla fine degli anni ‘90 hanno cominciato a svilupparsi le tecniche Web per scrivere e pubblicare informazioni on line in maniera indipendente. Ho allora iniziato a pubblicare una newsletter, poi inserita anche sul sito. In seguito sono arrivati i blog ed ho iniziato a gestire tutto online inviando la newsletter periodica agli abbonati, che mano a mano aumentavano. All’inizio era solo una passione – il desiderio di condividere con altri quello che imparavo nel mio lavoro – che coltivavo perché la mia attività in sé non mi dava abbastanza soddisfazioni. Condividere con altri ciò che apprendevo, tecniche e tattiche, per permettere loro di trarne utilità, aveva un senso.
L’uscita nel 2002 dei nuovi servizi di Google, per mettere e ricevere le pubblicità ha cambiato in modo radicale il tuo lavoro, giusto?
Quando Google ha dato la possibilità di mettere le pubblicità a fianco ai contenuti del tuo sito ho pensato subito di provare. AdWords e AdSense di Google sono i programmi che consentono a chiunque di ricevere le pubblicità di Google e dei suoi partner nel proprio sito e, viceversa, di mettere la propria pubblicità/link nei siti degli altri, quelli ai quali siamo interessati. Dalla pagina Pubblicità di Google chiunque si puo’ registrare in pochi minuti, dichiarare qual è il sito sul quale far apparire la pubblicità contestuale e nell’arco di 24 /48 ore ricevere il numero di account e poche righe di codice da mettere nel proprio portale e che faranno apparire la pubblicità. In generale si ottengono dei soldi solo se un lettore clicca sulla pubblicità. Con AdSense, la versione per i Web Publisher, le pubblicità appaiono in maniera contestuale e automatica: c’è un programma invisibile di Google che una volta che pubblichi un articolo ne legge il contenuto e stabilisce secondo suoi criteri qual è l’argomento trattato. In base all’argomento riconosciuto, mette dei link accanto al tuo articolo. Se le persone cliccano su queste pubblicità, tu guadagni dei soldi. Non puoi conoscere la somma esatta perché viene ripartita tra te e Google e quindi tu hai solo delle informazioni parziali su quanto può valere quel clic. Ci sono dei prodotti che possono valere 5 euro e altri invece 5 centesimi per un singolo clic. Quindi a seconda degli argomenti dei quali tu parli e di quante persone ti leggono e fanno clic su quelle pubblicità, tu ne hai un ritorno economico. AdWords è il rovescio della medaglia, è rivolto agli inserzionisti, permette di far apparire il link al proprio sito nelle pagine dei siti che hanno aderito al circuito AdSense. Alla fine del mese, Google ti invia un assegno in formato elettronico. I primi tempi si trattava di 200/300 dollari, poi 500 e, pian piano, sono aumentati ulteriormente. Quando questa somma è diventata di 2/3.000 dollari, a circa un anno dall’inizio, ho cominciato a ridurre i lavori che prima facevo e poi li ho eliminati completamente. Ho premuto sull’acceleratore, ho dato tutto me stesso, 12 ore al giorno, senza sosta anche a capodanno, a ferragosto, finché queste somme si sono prima duplicate poi triplicate. Nel momento in cui le somme si sono avvicinate ai 10.000 dollari in un mese, quasi non ci credevo! Mi sono reso conto che la strada era quella che volevo e ho ulteriormente investito risorse e tempo per consolidarla. Quindi ho aperto nuovi siti, altre newsletters, ho intrapreso attività – non strettamente commerciali – volte a consolidare il mio nome e ho avviato, così, questa mini carriera di micro-editore online.
Vediamo meglio il tuo blog o come lo possiamo chiamare?
Un Daily Magazine di controinformazione e nuove tecnologie. Consiste essenzialmente di tre componenti. Una è l’aggregazione delle notizie, la colonna sulla sinistra così detta di “Breaking News”. Scegliamo manualmente tre, quattro volte durante l’arco della giornata, le migliori notizie dalle testate che parlano di newmedia e controinformazione e continuiamo ad ampliarle. Quindi è come se la Repubblica stampata avesse in prima pagina le notizie più interessanti dell’Economist, del Corriere della Sera, del Wall Street Journal e di tutto ciò di cui i lettori della Repubblica si interessano. Noi ci occupiamo di editoria indipendente, cioè di piccoli che vogliono fare gli editori, degli artisti che vogliono guadagnare con le loro capacità e di tutto ciò di cui non parlano i mainstream media. Quindi scegliamo le fonti di informazione che forniscono spunti interessanti e scegliamo il meglio che ci offrono, in modo che, senza andare in 25 siti diversi ogni giorno, l’utente può venire sul nostro sito ed essere indirizzato direttamente nei posti migliori. Sulla colonna di destra c’è un articolo di approfondimento al giorno, 365 giorni all’anno, il così detto “Featured Article”. Dal lunedì al mercoledì andiamo ad analizzare i nuovi tool, le nuove tecnologie che si rendono disponibili sul Web. Facciamo vedere come funzionano, quanto costano, come si utilizzano, quali sono i benefici. Il giovedì e il venerdì diamo copertura ad argomenti più teorici riguardanti i media, il loro uso e l’impatto che hanno. Il Sabato facciamo quasi sempre un articolo forte di controinformazione su argomenti “scottanti” che i mainstream media non toccano. Non parliamo, quindi, soltanto di tecnologia e small business e dell’ultimo servizio online uscito, anzi evitiamo di parlare di quello di cui parlano spesso i top blogger americani, cioè¨ di aziende, numeri, fusioni, lancio di nuovi prodotti solo da un punto di vista finanziario. La terza componente è costituita dalle Miniguide. Un esempio può essere “RssTop55 “, una miniguida che offre indicazioni su dove trovare le directory e i motori di ricerca per i blog e i feed rss, molto utile per chi pubblica articoli sul web. E’ importante sapere che non esistono solo Google o Yahoo come motori di ricerca, ma ne esistono di specializzati per chi fa blog. Ogni settimana ne tiriamo fuori uno ed ora siamo a più di 200. Quando c’è stato lo Tsunami, ad esempio, ho creato una collezione unica, divisa in quattro sezioni, dove ho raccolto tutti i video amatoriali girati durante il disastro della fine 2004. Tu parli di “noi”, ma io qui non vedo la redazione di un giornale, anzi a parte Nik, tuo nipote, non vedo nessuno. Dietro questo portale, oltre me, ci sono almeno altre 6 persone: due webmaster che si occupano della parte tecnica, 2 news editor che si occupano di aiutarmi a ricercare e scrivere articoli, review tecnologiche e di selezionare manualmente le notizie che pubblichiamo, e due editor internazionali per le edizioni in Italiano e Spagnolo visto che io scrivo in prima battuta in Inglese. Insieme, loro mi aiutano a fare ciò che prima facevo da solo. Le persone che non vedi sono sedute qua, in questa parte dello schermo (indica una finestra di Skype, ndr). Alessandro Banchelli è l’editore della versione italiana e sta a Livorno. Il nostro direttore tecnico è in Croazia, sperduto tra le montagne e poi c’è un secondo webmaster, Jeffrey, che vive in un’isola delle Filippine. Lui accende nuovi spazi sul sito, cambia il layout di un set di pagine, noi gli comunichiamo se una pagina non appare, oppure gli segnaliamo dei “drop” di visitatori rispetto alla media, quindi lui analizza se ci sono problemi nella rete e interviene.
Descrivici meglio il tuo lavoro editoriale, come ti sei organizzato, che programmi usi?
Se guardi il mio browser c’è un set di tab che io apro continuamente e che mi danno una visione generale di quello che sta accadendo; mi dicono quanti soldi stanno entrando in questo momento, qual è il traffico, chi sta parlando di me sul Web, qual è il trend dei visitatori, etc. Provo a descriverteli meglio. Allora, il primo Tab è “Google AdSense” che mi dice una cosa molto importante, cioè quanto stiamo guadagnando. Sono le 17 e mi dice che stiamo a 300 dollari. Ricordati che Google sta a Mountain View in California, la giornata finisce alle 9:00 di domani mattina, le 24 in America. Stiamo andando abbastanza bene. Possiamo aspettarci di arrivare intorno agli 800 dollari a fine giornata. Io chiaramente posso vedere quale canale, quali pagine, quale sito sta guadagnando più soldi. Il sito italiano a questa ora ha fatto 102 dollari, quello spagnolo 32 dollari soltanto. Posso vedere inoltre dei dettagli, ad esempio le pubblicità in testa al titolo rispetto alle pubblicità in coda all’articolo.
Quindi sono pensabili dei meccanismi di bonus e di revenue sharing?
Si, posso fare il tracking di una pagina e decidere che l’editor di quella sezione divida a metà gli utili del suo articolo. Io ancora non lo faccio, ma siamo in procinto di attivarlo. La seconda Tab è relativa alle statistiche di traffico. Si chiama “Hitbox professional”. Un servizio a pagamento. Queste in blu sono le statistiche delle pagine lette nell’ultima ora, sono 1008 pagine lette. I visitatori nella stessa ora sono stati 601. Quelli che vengono, guardano circa 2 pagine a testa. Stanno una media di 5 minuti. Nelle ultime 4 ore c’è stato un drop di traffico, la linea gialla indica l’andamento del traffico generale, se sto sopra va bene, ma se sto sotto vuol dire che c’è qualcosa che non va. In questo caso chiedo di fare un controllo. I server stanno fisicamente a Pittsburgh. Ho due macchine dedicate; l’infrastruttura sul territorio americano è tra le migliori e pago circa 350/400 dollari al mese per una macchina dedicata. Ho una banda passante di circa 600GB al mese, ogni pagina pesa circa 100kbytes, fai tu il calcolo!. La società si chiama “Pair.com”. Nel frattempo il webmaster sta dialogando con lui via Skype, facendo delle comparazioni. Lavora solo per me, sei giorni su sette ed io non l’ho mai incontrato! L’ho trovato attraverso un’agenzia online di “eLancing” il sito si chiama appunto “Elance.com” dove puoi cercare figure molto specialistiche che possono lavorare per te da tutto il mondo; non so, un redattore capo spagnolo, per X soldi e per un progetto che dura 1 mese, etc. Gli altri programmi che usi quali sono, vedo altre tab aperte. Vado su “Tecnocrati” per vedere il “buzz” intorno al mio sito, ossia per sapere quante persone stanno parlando di me o del mio sito, nelle ultime ore, in tutto il mondo. Tecnocrati mi da anche un ranking, una classifica generale, comunicandomi il mio posizionamento nella blogosphera ovvero il mondo dei siti web che conversano con i loro lettori. Tecnocrati indicizza teoricamente tutti i blog del mondo, attualmente circa 60 milioni. Dalle sue statistiche risulto classificato intorno alla posizione 800, calcolata in base al numero di Home page del blog di Robin Good, versione in inglese Pagina “Featured article”, sotto al titolo le pubblicità AdSense di Google che appaiono in automatico. Breaking News proveniente da un altro blog aperta direttamente dalla colonna sinistra della home page di Robingood.com • 38 39 • blog e siti che linkano, con un loro articolo, al mio portale. Nel 2006 stavamo al 25 0° posto. Non è facile stare in alto! Questo rank è stabilito dal numero di blog che mi linkano – alcuni mi linkano più volte – e questi valori sono solo degli ultimi 6 mesi. Il valore cumulativo è circa 115 00 link da quando ho aperto il portale. Un blog posizionato molto in alto è “Techcrunch”. Poi c’è “Alexa”, un servizio che misura tutti i siti presenti al mondo. Con Alexa si può vedere la storia di un sito e compararla a quella di siti analoghi. Si può vedere quali sono i siti più popolari nei singoli Paesi ed è un anno che, secondo queste classifiche, mi trovo intorno alla ottomillesima posizione in tutto il mondo. L’ultima tab è “Bloglines”, che oltre ad essere un ottimo aggregatore di feed, vedo, in maniera simile a Technorati se c’è¨ qualcuno che parla di me e da quale sito. Tieni presente che MasterNewMedia.org, il mio sito “bandiera”, non ha concorrenti in termini di traffico, visibilità e visitatori (al di fuori del sito di Beppe Grillo) con altri siti fatti in Italia che usano la tecnologia dei blog. Se provi ad andare su Technorati od Alexa puoi fare fare una facile verifica. Più interessante ancora è il valore di mercato, specialmente alla luce della recente acquisizione del 30% del network di blog BLOGO.IT da parte del gruppo editoriale DADA.
Come è organizzata l’attività di ricerca delle informazioni, che programmi usate per aggregare le notizie?
La redazione è sempre attiva, sta su fusi orari diversi e si sincronizza nei momenti di necessità via e-mail o instant messaging per riprendere gli articoli e tradurli nelle diverse edizioni internazionali. Noi usiamo un aggregatore professionale che si chiama “MySyndicaat.com” di una società la KipCast, che tra l’altro ha delle menti italiane dietro. Puoi scegliere le tue fonti di informazioni e anche gli argomenti sui quali vuoi ricevere notizie da sorgenti che però non conosci. Tu quindi ti puoi creare dei canali di informazione, e li customizzi sulla base delle esigenze della tua testata. Ipotizza di creare un canale dedicato al tennis, e vuoi aggiungere sorgenti di informazione per questo canale. Vai ad esempio sulla Repubblica.it nella sezione Sport/Tennis. Se questa sezione ha un feed RSS (un pulsante arancione te lo indica), prendo la URL (il link a questa pagina, ndr) di questo feed e lo metto nella mia sezione Tennis. E così via con gli altri giornali online, posso collezionare una serie di sorgenti che vengono mixate tutte insieme. Io nella mia pagina di mySyndicaat ho una lista tipo Ansa dove vengono aggregate in tempo reale tutte le news che escono nei singoli portali. Io posso decidere, con un semplice clic su un bottone a fianco, se pubblicarle in automatico sul mio portale oppure no. Ho anche un pulsante edit che mi consente di cambiare il titolo o correggere la descrizione. Le cose interessanti sono però le ricerche persistenti. Se tu vai su un motore di ricerca qualsiasi di News ad esempio quello di Yahoo o di Google e cerchi notizie su un determinato argomento, loro ti trovano le ultime notizie dalle maggiori testate. A lato della pagina trovi generalmente un bottoncino arancione “magico” con su scritto xml. Quello è un feed di questa ricerca. Questo è vivo nel tempo e nel futuro ed è come se tu facessi continuamente questa ricerca, e ogni volta che esce una notizia nuova finisce nel tuo aggregatore. Quindi se dentro al nostro canale di notizie, mySyndicaat.com, cominci a metterci un po’ di queste ricerche persistenti, ti arrivano notizie anche da sorgenti che non conoscevi prima. Quindi mixando delle sorgenti note con delle ricerche persistenti sull’argomento di tuo interesse e miscelando tutto insieme, ottieni qualcosa che all’Ansa se lo scordano, diventi una sorta di News Jokey, che io chiamo News Master. Qualcuno dell’ordine dei giornalisti potrebbe inorridire all’idea che tu possa cambiare titolo, descrizione o altro. Ma oggi è così che funziona. Io credo che l’importante sia dare credito alla fonte e linkare la pagina dalla quale hai prelevato la notizia. Dopo che ho selezionato le notizie interessanti e le ho preparate, posso decidere di pubblicarle con un pulsante direttamente sulla mia colonna di Breaking News nella mia home page. La prima volta viene fatto manualmente dal web master poi si aggiorna in automatico. Bello no?
Non male Robin, mi sembra di capire fra l’altro, che questo software è gratuito. Non abbiamo parlato del sistema di gestione dei contenuti del tuo RobinGood.com?
Uso Movable Type uno degli strumenti di blogging tra i più famosi, forse non è il più evoluto, ma il più semplice da gestire senza troppe conoscenze tecniche. Ti consente di gestire i flussi editoriali, di preparare i vari pezzi collaborando con la redazione virtuale, pubblicare i contributi video che sempre più stiamo inserendo sul nostro sito. Ci dividiamo i vari articoli da realizzare, facciamo le review. Con Movable Type posso anche gestire diversi editor, approvare e pubblicare i loro lavori, e moderare tutti i commenti che appaiono sul sito. Altri strumenti di “personal publishing” che suggerisco di usare sono Typepad (non hai bisogno di un tuo server) e WordPress (per i più smanettoni).
Parliamo di numeri, di soldi, quanti ne riesce a raccogliere il tuo portale?
I guadagni, su un sito come www.masternewedia.org si ottengono in molte maniere nonostante il sistema di pubblicità online di Google, chiamato AdSense, per ora la faccia da padrone. Circa l’85% delle nostre entrate sono generate da AdSense, mentre il resto proviene dalla vendita di ebook, da commissioni sulle vendite indirette di libri su Amazon, da alcune sponsorizzazioni, da spazi pubblicitari venduti a clienti “diretti”, e da i così detti “text links”, piccole pubblicità nella forma di link testuali (vedi per esempio www.text-link-ads.com). Per coloro che se ne intendono di metriche pubblicitarie sul web posso dire che abbiamo dei clickthrough (CTR) molto alti, a volte superiori al 20%. Il valore eCPM (effective CPM), che indica il valore medio che abbiamo per i click sulle pubblicità, va dai $15 ai $20 per mille pagine. Anche la progressione nei guadagni con Google in questi ultimi due anni è abbastanza significativa considerando la micro dimensione di questa “impresa”: agosto 2004 – 3.500$/ mese, dicembre 2004 6.000$/mese, giugno 2005 10.000$/mese, dicembre 2005 14 .000$/mese, novembre 2006 20.000$/mese per finire con gennaio 2007 con $23.000. E i costi? I costi sono abbastanza contenuti in generale. Un webmaster prende circa 2.000 al mese. Per i giornalisti c’è sia una tariffa concordata che rappresenta quello che loro vorrebbero guadagnare, che varia, a seconda dell’esperienza, dai 12 00 euro ai 2.400. Per coordinare il lavoro dei vari collaboratori e per avere “massima trasparenza” sulle entrate e i guadagni di ognuno, mantengo con la mia “redazione” un foglio elettronico su Google Docs che condividiamo e dove non solo sono presenti tutte le tariffe di riferimento concordate per ogni tipologia di lavoro (articolo, traduzione, video clip, etc.) ma ogni editor inserisce ogni giorno i dati di riferimento del lavoro eseguito. Ho sempre quindi a mia disposizione accesso a una lista aggiornata di tutti i lavori svolti e dei costi specifici che sto affrontando. Ognuno è libero di lavorare dove vuole, di prendersi il tempo libero che desidera e di guadagnare in proporzione a quello che produce. Chiaramente con delle garanzie e dei minimi garantiti. Volendo dare delle dritte visto che sembri abbastanza esperto di pubblicità online? Scegli un argomento del quale sei appassionato e di cui esistono prodotti nel mercato. La prova migliore da fare è andare su Google adesso, scrivere le due, tre parole chiave di cui ti vuoi occupare, ad esempio giardinaggio orchidee, e vedere se appaiono delle pubblicità sulla destra, la colonna collegamenti sponsorizzati. Se vengono delle pubblicità vuol dire che in quel settore c’è un mercato florido di persone che poi indirettamente pagheranno il tuo scrivere. Tra le alternative ad AdSense più efficaci confermerei i programmi di Amazon Associate e Chitika (che consentono di vendere con una commissione di ritorno tutti i prodotti di Amazon. com), i servizi di self-service advertising come Blogads, AdBrite, i Text Links, e l’opportunità di creare un proprio negozio online con la possibilità di scegliere i prodotti che saranno offerti sugli scaffali virtuali come Zlio.com . Ma in realtà le possiblità sono molte di più. Ci vorrebbe un articolo intero per poterle indicare tutte. Io preferisco non usare i banner pubblicitari, li trovo fastidiosi.
Grazie Robin, prima di chiudere questa lunga chiacchierata e andare a fare la foto a fianco del Batman di Adrian Tranquilli, dimmi chi è lo sceriffo di Nottingham?
I cattivi? In generale tutti quelli che non si fanno domande, guardano troppa televisione, leggono solo i giornali, continuano a vivere normalmente la loro vita di tutti i giorni, rimanendo insoddisfatti a fine mese, dovendo ricominciarne un altro sempre uguale per pagare l’affitto. I nostri fratelli che hanno perso di vista i motivi per fermarsi e farsi delle domande su che cosa stanno facendo, insieme alle grandi Corporation, – ovviamente ci sono delle rare eccezioni – dove in generale l’interesse per il guadagno scorporato dall’individuo, ha portato a delle aberrazioni su come si conduce il business. Le conseguenze che questo sta portando a livello sociale, economico, ecologico sono terribili. E’ per questo che aprire una breccia e far vedere ad altri che oggi chi vuole, può rendersi indipendente attraverso il web, è così importante. Perché saranno le voci, le idee e le azioni dei piccoli, che si coordineranno autonomamente ad essere la vera forza del cambiamento futuro. Dentro e fuori il mondo Corporate. Questa macchina che hai costruito è un bel giocattolo, apparentemente semplice, ne parli molto liberamente con me e con i nostri lettori.
Questo è molto raro, grazie Robin.
Beh che dire .... in ogni settore tutti dovremmo avere delle fonti di ispirazione a cui far riferimento...Credo che nel suo settore lui sia veramente un esempio per tutti "noi"...!!!
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